![]() Come sarebbe se potessi vedere rappresentati in tre dimensioni in tuoi problemi? proprio li, davanti a te. Quanto sarebbe più facile capirli osservandolo "da fuori"? quanto più facile cambiare punto di vista o intuire nuove soluzioni? Le rappresentazioni sistemiche simboliche di Giancarlo Rabericati servono proprio a questo. Con l'aiuto degli altri partecipanti puoi ricreare in 3 dimensioni tutte le tue esperienze ed interagire con esse "da fuori". Questa tecnica, frutto di 20 anni di studio, unisce le competenze apprese sui simboli, gesti rituali, costellazioni familiari, approcci sistemici per offrire un nuovo livello di consapevolezza. Perchè funziona?La mente umana è abituata a interpretare le esperienze attraverso una continua riflessione, elaborando e riconfigurando informazioni e soluzioni, elaborando strategie teoriche e soggettive. La parte profonda però rimane spesso inascoltata con il suo bagaglio di emozioni, dubbi e pulsioni. Inoltre elaborare una soluzione non implica metterla in pratica. Con questo tipo di rappresentazione, fatta sia di osservazione razionale e logica delle dinamiche, sia dell'uso di gesti, immagini ed oggetti simbolici che coinvolgono la parte profonda, finalmente queste due parti dialogano e agiscono insieme. Da questo "dialogo" ne scaturisce un cambio di stato che è sia mentale, che inconscio, che emotivo e che apre le porte a nuove consapevolezze ed evoluzioni. Come funziona?![]() Focalizzato il tema, esso viene rappresentato nello spazio attraverso la presenza fisica degli altri partecipanti che si muovono, interagiscono tra loro e con gli oggetti simbolici. I "rappresentanti", cosi si chiamano, compiono gesti, esprimono pensieri ed emozioni, rispondono e fanno domande. E' un'occasione di grande ricchezza emotiva e consapevolezza sia per chi vede rappresentato il proprio tema, sia per chi si presta a fare da "rappresentante" per gli altri. Non di rado infatti il rappresentante si trova a rappresentare proprio figure che appartengono al suo tema e questo gli dona nuove consapevolezze e nuove libertà. Per cosa è utile e per cosa no![]() Non c'è nulla di magico nelle rappresentazioni sistemiche simboliche, si basano su principi semplici: vedere le cose accadere rende più facile capirle, i simboli aiutano da sempre l'uomo a sintetizzare concetti complessi, i gesti simbolici, che muovono le emozioni, permettono dall'osservatore di liberarsi attraverso una catarsi. Le rappresentazioni sistemiche simboliche sono utili per: comprendere meglio situazioni complesse, ottenere maggiore obbiettività e chiarezza, lasciar andare, far la pace col passato, riconciliarsi con la vita attraverso i gesti simbolici. Sono utili anche per cambiare punto di vista, comunicare con le diverse parti di sè, trovare nuove soluzioni, motivarsi ed "andare oltre". Questo strumento invece non è utile per: guarire da malattie fisiche o da problemi psicologici, far cambiare idea agli altri, lavorare su problemi di altri, contattare i propri cari trapassati, fare sparire i problemi "magicamente" etc. Quanto durano? Di solito in una giornata si fanno da 7 a 10/12 rappresentazioni, possono durare da 20 minuti a un'ora a seconda di come il sistema, costituito da tutti i partecipanti, elabora i contenuti. L'interazione tra tutti i membri della rappresentazione costituisce un sistema che lavora con tempi propri e che si "arresta" quando è stato raggiunto il massimo livello possibile di chiarezza e risoluzione. Si può partecipare a una rappresentazione tutte le volte che si vuole, anche ogni mese ma per rappresentare i propri temi personali è bene lasciare passare da tre a sei mesi per ogni rappresentazione, eccezioni sono possibili confrontandosi prima con l'insegnante. Come partecipare?Per ogni rappresentazione sistemica sono disponibili da 7 a 10 posti per rappresentare i propri temi e fino a 15 come partecipanti che non portano un proprio tema. Ricordiamo che tutti traggono beneficio dalla rappresentazione, anche chi partecipa solo come "rappresentante" o addirittura chi fa solo l'osservatore. Grazie al potere catartico dell'esperienza infatti, tutti provano l'esperienza benefica dello sciogliersi di temi personali.
Per iscriverti o pre iscriverti alla prossima rappresentazione: [email protected] oppure attraverso il sito www.giancarlorabericati.com o al telefono al 3271428376.
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![]() L’attuale situazione di emergenza Covid 19 ci porta a prestare attenzione al corpo. Il benessere e la competenza nel gestire il potenziale contatto col virus possono essere mantenuti attraverso il sostegno al sistema immunitario e le regole di igiene di spazi e persona. In quest’ottica anche le parole e i pensieri è bene che diventino oggetto di attenzione. Conosciamo bene i vantaggi dell’igiene fisica ma perché occuparci dell’igiene dei pensieri e del linguaggio? Parole e pensieri sono tra i più potenti stimoli emotigeni, cioè elementi in grado di stimolare e sostenere emozioni e stati d’animo. Le emozioni, contrariamente all’opinione comune, non sono come i sentimenti, non hanno una componente razionale, almeno al loro insorgere, piuttosto producono una risposta corporea immediata e a volte anche molto forte. Secondo la teoria diencefalica di Cannon Bard, quando uno stimolo emotigeno, un pensiero o una parola, si affaccia al “sistema persona” esso viene processato inizialmente in area sub corticale del cervello da talamo e amigdala. L’amigdala in particolare, si occupa di gestire la reazione allo stimolo, una reazione prettamente corporea: battito cardiaco, pressione, ritmo respiratorio, sudorazione ma anche la produzione di adrenalina, dopamina, noradrenalina che sono coinvolte nella reazione di attacco o fuga. Successivamente il talamo invia le informazioni anche alla corteccia e abbiamo una risposta più mediata e consapevole. Se avete seguito il percorso avrete capito bene che la prima reazione ad uno stimolo è emotivo/corporea e coinvolge cuore e polmoni, organi importanti. Quando il corpo è in questo stato è in una condizione di emergenza in cui le “risorse” sono gestite in maniera alterata rispetto al normale vivere quotidiano ed è “in tensione”. Cosa succede se continuiamo ad usare termini spaventosi, a coltivare e rimuginare pensieri pieni di paura e di disperazione? Semplicemente questo innesco non si spegne mai e il corpo non trova pace. Nel medio lungo periodo questo significa sottoporre il corpo ad uno stress continuo con tutti gli effetti tipici dello stress “cattivo”: deplezione di potassio e magnesio, difficoltà di concentrazione, insonnia, alti livelli di cortisolo e, indovinate un po',calo di efficienza del sistema immunitario. Si avete capito bene: pensieri paurosi e linguaggi catastrofici rendono più debole il vostro sistema immunitario, per questo abbiamo bisogno di prenderci cura della nostra mente e del dialogo interno e con gli altri. Come possiamo fare? Attraverso un’igiene o se preferite un’ecologia di linguaggio e pensiero. Ecco quindi alcune veloci indicazioni per fare del nostro meglio: Evitiamo di leggere le notizie ogni cinque minuti e teniamoci lontani da fonti inattendibili che narrano di imminenti catastrofi, limitiamo e filtriamo i social che sono diventati un territorio di espressione di paure ed ansie personali e facciamone un buon uso; Così come non vogliamo essere intossicati dalle narrazioni paurose altrui è bene che facciamo lo stesso con gli altri. Prendiamoci cura dei più fragili evitando di alimentare la paura e l’ansia con i nostri post o messaggi: tra i nostri lettori possono esserci persone sole, mentalmente o emotivamente delicate e sensibili che potrebbero non essere in grado di filtrare il contenuto. Coltiviamo invece il corpo con una attività fisica che contenga il rimuginio e contrasti la sedentarietà. Sosteniamoci con una dieta adeguata, studiamo, leggiamo, teniamo la mente occupata, prendiamoci cura del nostro ambiente. Dedichiamoci all’ascolto di musica allegra o rilassante oppure dei suoni della natura invece di tenere la tv sul canale delle tragedie in sottofondo. Facciamo degli esercizi di respiro consapevole, parliamo con figure preposte all’ascolto per alleggerirci, impariamo a meditare e ad esprimere con l’arte la nostra creatività. Il benessere viene prima di tutto da dentro, nutriamolo con parole e pensieri positivi. ![]() Eh si, succede ancora nel 2019, quasi 2020, di leggere il post di un CEO in cui si sostiene che: "l'azienda vincente deve essere piena di entusiasmo ed allegria, non ci si può permettere di avere gente triste o INTROVERSA (INTROVERSA? l'ha scritto davvero?). Sono vincenti le aziende in cui si respira euforia, si scherza e i manager non sono troppo severi e seriosi (..poi tra un sorriso e l'altro)". Insomma gran pacche sulle spalle come alla pizzata post partita del calcetto aziendale a cui, chiaramente, quello sfigato dell'introverso, (che sicuramente nell'immaginario dell'autore è una specie di ragionier Filini rachitico e particolarmente scontroso), non partecipa. D'altronde quanto mai sarà ALFA ed efficace o stimolante un timido, spento e depresso introverso che passa il suo tempo sui libri? I vincenti sorridono sempre e parlano a voce alta. Sfatiamo qualche mito: L'introverso non è asociale nè timido![]() Incominciamo a dire che gli introversi non sono necessariamente asociali, tristi o scontrosi; non sono tipo "Rain Man" tutti bravi con i numeri e non sono necessariamente rigidi. La dicotomia Introversione ed Estroversione, indicata da Jung per la prima volta nelle sue teorie sui tipi psicologici, riguarda, per semplificare molto, in che modo l'individuo ama ricaricare le batterie. Non riguarda ne la sua socievolezza ne la sua timidezza. L'estroverso ama ricaricare le batterie in contesti stimolanti e in mezzo alla gente, non necessariamente socializzando. L'introverso ama ricaricare le batterie diminuendo al minimo le sollecitazioni esterne e, possibilmente, con poche persone, magari socializzando a una cena con due amici del cuore. La timidezza è altro tema ed è trasversale: l'estroverso timido sta in disparte alle feste perchè non osa attaccare bottone, vorrebbe, ma è timido. L'introverso socievole non sente il bisogno di attaccare bottone ma se gli parliamo proseguirà con piacere la discussione e sarà felice di parlare con noi, lontano dal baccano (in maniera da poterci sentire davvero e non per finta come fanno molti). Cosa dice il Disc (advanced etc etc)![]() Il Disc che illustra velocemente ma non superficialmente 4 macroaree di comportamento. L'estroverso orientato all'obbiettivo, la personalità dominante,ha una scarsa capacità di comunicazione empatica, di lavorare in gruppo e di rapportarsi con gli altri; Se è di cattivo umore fa vivere l'inferno del suo malumore a tutti.Il dominante non è di certo un tipo socievole o solare, ama fare le cose da solo e lavora in gruppo solo se ne è il leader, non ama perdere tempo e fa spesso molto sul serio, insomma: cazzia alla grande e non è molto gentile. Le persone sono meno importanti dell'obbiettivo (immaginate che ambientino di lavoro se tutti fossero così) eppure è "estroverso". Allo stesso modo introverso orientato alla persona, con la sua pacatezza e il suo sorriso sempre pronto è in assoluto il promotore del benessere in azienda, certo non organizza party con le trombette ma è il collega sempre premuroso, pronto ad ascoltare, che rende umano lo spazio di lavoro, che placa gli animi nelle discussioni,che pensa alla celebrazione del collega che va in pensione, tira su di morale e guarda un pò: è introverso! Mi spiace deludere chi la pensa così ma gli introversi non sono scontrosi e non hanno necessariamente disturbi depressivi, statisticamente è più facile che siano gli estroversi o i finti tali, nascondendoli sotto una patina di sorridente solarità e giovialità. Cosa dice il Myer Briggs![]() Forse il Disc non è sufficientemente credibile allora affidiamoci al Myer Briggs, il più fondato sistema di valutazione di personalità con ben 16 profili e ci affidiamo a lui per scoprire che: ESTJ, l'esecutivo, con prima funzione TE pensiero estroverso e seconda NI (intuizione introversa) è ben lontano dall'essere un simpaticone, ha fama di essere rigido, legato ai suoi principi, perdere la pazienza di fronte a comportamenti poco corretti ed interessato a ordine e tradizione. Non di certo il solare da cui restare abbagliati..per i profani Rob Stark di Trono di spade. Simpaticone proprio eh! Allegria Rob! Infj la cui prima funzione è NI , intuizione Introversa è uno tra i più comunicativi e sociali tra i 16 profili, è supportivo, attento e tremendamente volitivo, non molla di un passo se crede a un obbiettivo, certo, per i più superficiali è un tipo "estroverso", come potrebbe un introverso essere un tipo deciso? Tra i noti Lady Gaga (come ? un introverso sul palco?), Madre Teresa, Morgan Freeman...roba spicciola da introversi perdenti, chi li vorrebbe mai in azienda? ISTJ prima funzione SI sensazione introvertita, seconda TE pensiero estroverso;Questo profilo ama insegnare, stare a contatto col pubblico, è il classico accademico che fa conferenze..eh già qualche nome famoso? Sting, Antony Hopkins, Condolezza Rice (consigliere per la sicurezza nazionale, prima donna afroamericana a ricoprire un ruolo simile in USA) e... io che da 22 anni formo, informo, coordino risorse umane , circa 9 mila studenti/auditori in 20 anni, non male per un asociale eh? :-D E quindi?E quindi basta con i pregiudizi, con questa modalità veramente superficiale di pensare che Introversione sia sintomo di asocialità, freddezza, scarsa vitalità e debolezza e che Estroversione socievolezza, solarità siano caratteristiche sempre vincenti nel team e nell'azienda. Ignorando l'importanza di quiete, precisione, puntualità, pacatezza e metodo. Se l'assoluta ignoranza della differenza di significato tra introverso ed estroverso ed i pregiudizi sulle persone introverse sono tollerabili dalle persone comuni non lo sono di certo da parte di chi di risorse umane dice di volersi occupare con competenza. Se avevamo dubbi sul perchè certe aziende italiane sono gestite da incapaci col sorriso stampato in faccia ora lo sappiamo: sono stati selezionati da qualcuno che pensava che basta il sorriso, l'entusiasmo e una pacca sulla spalla per far carriera. Il macho latino "uomo col sorriso 50 denti, dalla parlantina sciolta, che fa branco, sicuro e sociale" torna a farsi rivedere, speravamo di essercene liberati almeno 30 anni fa. Per rifare il verso ad Einstein (geniale introverso peraltro) "Siamo tutti dei geni ma se selezioni una risorsa basandosi sulla sua estroversione o socievolezza allora ti perderai almeno il 50% delle risorse valide" Giancarlo Rabericati Gestione risorse umane e formazione ![]() Tutti conosciamo la farfalla, insetto colorato che allieta le nostre giornate estive e primaverili: esempio di spensieratezza, leggerezza, mutamento. Non è sempre giorno però, ne splende il sole sempre in natura come nella nostra vita; Quando siamo nei momenti bui possiamo subire oppure prendere esempio dalla cugina della farfalla, la falena. Non ci vedi chiaro? usa l'intuito![]() La falena è un insetto notturno sicché si orienta e vive nelle tenebre in assenza di riferimenti visivi concreti; ci ricorda come intuire, ma anche come essere determinati e andare avanti "nonostante tutto". Questo lepidottero ci ricorda anche di coltivare la fiducia in se stesso e la determinazione di cui si è dotati perché si muove nella certezza di trovare quel che si cerca. Un passo alla voltaLa falena si orienta nel buio, è il suo elemento, è in grado di trovare in esso quelle minuscole particelle di luminosità che la guidino al passo successivo, alla meta successiva. Sa qual'è il suo obbiettivo ad esempio la sua partner di cui sente la scia di ferormone anche a 11 km di distanza ma non conosce l'itinerario, avanza passo per passo di scia luminosa in scia luminosa. Torna alla base![]() Le falene o per lo meno la maggior parte di esse non si costruisce bozzolo o crisalide sui rami ma per terra, pochi mm sotto la coltre del terreno o appena sotto lo strato di foglie secche dell'inverno. Quando ci si sente vulnerabili o quando non si ha ancora chiaro cosa diventare, tornare alle basi e poggiare su di esse è una buona idea. Impara a sviluppare altre dotiLa falena percepisce i ferormoni della compagna a 11 km di distanza, sente ogni più piccola variazione di temperatura, udito finissimo. Ha scoperto come superare la mancanza di luce potenziando le abilità complementari. Fai lo stesso: se la strategia solita non funziona, se non sei soddisfatto dei risultati cambia, sviluppa nuove competenze, cambia direzione, potenzia altre abilità. Mimetizzati ed adattatiTanto la cugina farfalla fa del colore uno strumento di sopravvivenza meraviglioso, sfruttando la luce del sole in cui si muove, così la falena si veste di toni neutri e poco vistosi per trascorrere la giornata lontana da occhi indiscreti in attesa di esplorare le profondità della notte. Una falena in particolare ha mutato colore nei secoli per adattarsi al mutare del contesto, da bianca si fece nera durante il periodo dell'inquinamento industriale da carbone per ritornare di nuovo nella sua variante bianca decenni dopo. Mimetizzarsi per ricaricarsi indisturbati in attesa di spiccare di nuovo il volo. Goditi l'ignoto![]() A volte sapere di non sapere è meraviglioso. La vita attimo per attimo: la falena non si domanda cosa ne è stato di ieri ne cosa sarà domani, non si domanda se sta nel posto giusto o se va nella direzione corretta prosegue verso il suo obbiettivo, verso il suo richiamo, godendosi l'esperienza di volare nel silenzio e nella pace della notte, la luce delle stelle e della luna. E ora siete ancora sicuri che la Falena sia la sorella "di serie b" della farfalla? Anche nei momenti bui della vita possiamo "viaggiare" e crescere. Giancarlo Rabericati ![]() Il bello è un'ottima cassa di risonanza per il buono, questa è una verità innegabile ma fino a che punto? Quando il bello e il merito entrano in conflitto? Per i greci l'ideale di bellezza era sia estetico che virtuoso, il bello e il buono erano complementari e chi era bello doveva necessariamente essere buono (inteso come virtuoso ma anche abile, capace), oggi si sta osservando un "ritorno alle origini" che rischia di impoverire il mondo del lavoro rendendo la competenza un inutile orpello e le persone competenti operatori da linee secondarie. La televisione e i media fanno da traino in questo processo già da qualche anno. Non ho per scelta la televisione ma ogni tanto mi capita di buttare l'occhio su qualche video su youtube: Puntata di Rai sul tema del disagio psicologico in famiglia, mi aspetterei uno stimato psichiatra o psicologo, di quelli che lavorano ogni giorno a contatto con famiglie martoriate dalla malattia mentale e mi trovo una velina, bellissima, 30 anni scarsi a raccontarmi di quanto fosse dura per lei con la madre che preferiva le piante a lei. Mi aspetto che sia un giudice o un avvocato a raccontarmi come funziona il sistema debitorio in italia, mi ritrovo un attore belloccio a raccontarmi dei suoi problemi col fisco e i debiti di gioco. E l'attrice che fino a due mesi fa mangiava tomelle di formaggio ci parla di veganesimo, la ballerina di dieta sana, il modello di postura corretta, il VJ di macroeconomia politica e flussi migratori, l'influencer di articoli di make up di spiritualità. Questo gioco degli ambasciatori ci sta sfuggendo di mano. I veri esperti, laddove non siano "estetici", stanno dietro le quinte a suggerire. E il mondo del lavoro?![]() Questa tendenza è un danno irreparabile e silenzioso per il mondo del lavoro: ogni giorno perdiamo risorse competenti, idee e conoscenze che solo persone che hanno dedicato la loro vita allo studio (e molto meno alla palestra) possono avere e che emigrano verso altre realtà come la Francia, più meritocratiche. Sempre più spesso mi sento dire di selezionare risorse "di bell'aspetto", che ci sappiano fare con la gente, estroverse, spigliate, in un caso addirittura "alto, solido e con un fisico curato perchè dia un'immagine dello studio prestante", mi sono anche sentito dire che "nessuno vorrebbe come responsabile del personale una donna brutta perchè sta subito antipatica mentre una bella f.ga" può dire tutto ai dipendenti" o che un personale di bell'aspetto mette di buon umore tutti le le colleghe o i colleghi. Ecco questo è il punto: Siamo davvero sicuri che basti la bellezza della scatola per sopperire al contenuto? Non sto dicendo che kalos kai kakos (bello è cattivo/incompetente), anzi esistono persone che sono sono sia belle che competenti o sia belle che curate e risentono del pregiudizio opposto, ma che forse la bellezza non dovrebbe essere requisito tale da farci scegliere quello meno competente, anche quando si tratta di chi sta a contato col pubblico. Non siamo a "non è la Rai" con Boncompagni che diceva ad Ambra cosa dire in cuffia: uanto ci costa avere un responsabile bello, simpatico, un pò seduttivo e dovergli accostare 2 o 3 tecnici realmente competenti per fare il lavoro che lui non sa fare? Vale in tutti i settori![]() Ebbene si vale in tutti i settori, ho visto studi legali scegliere ex commessi di profumi per la segreteria generale e poi chiamarmi disperati per fargli formazione perchè si sono ritrovati con danni da 28mila euro per non aver depositato in tempo gli atti, gioiellerie scegliere influencer quasi modelle e poi piangere quando si sono trovati venduti rubini al prezzo di tormaline. Poco tempo fa una nota agenzia che produce format televisivi ha organizzato una serie tv sul coaching e poi mi ha chiamato chiedendomi di dire in cuffia al coach le battute perchè non se ne cavava un ragno dal buco (però, come hanno tenuto a sottolineare, era prestate, virile, maschio alfa,e con la camicia bianca aperta bucava lo schermo, molto immaginario del coach italiano). Fortunatamente ci sono realtà in controtendenza come una nota agenzia di modelle la cui selezionatrice è una meravigliosa psicologa con l'aspetto da mamma di tutti, ti aspetteresti di vederla sbucare da un momento all'altro dalla cucina con una torta in mano, il suo aspetto così "normale" tranquillizza il personale che non si sente "in competizione per la perfezione estetica" e le permette di mettere a frutto le sue competenze trentennali nella gestione delle risorse. Una volta tanto le competenze hanno prevalso sull'aspetto. No fai da te, si professionistaUn professionista delle risorse umane sa perfettamente quanto "costi" la risorsa umana all'azienda e sa anche che, con le risorse giuste , l'azienda può fiorire in modi inimmaginabili. La persona sbagliata al posto sbagliato può costare anni di conflitti, un ambiente di lavoro malsano, cause, spese e perdite. Affidarsi a un professionista significa garantirsi una selezione imparziale e efficace che valuti le reali competenze umane, tecniche e sociali senza farsi influenzare. Una spesa tutto sommato contenuta per un risparmio enorme.
Giancarlo Rabericati ![]() "Mi sembra di essere in un film che continua a ripetersi", "continuo a ritrovarmi nelle stesse situazioni", "va bene per un pò poi siamo esattamente nella medesima situazione", "mi sento in gabbia". Queste sono alcune delle considerazioni che mi è capitato di ascoltare negli anni e non stento a credere che siano vere. Quando non c'è progressione c'è ripetizione. Se adottiamo la metafora che "la vita è una scuola per imparare ed evolvere" allora possiamo pensare che di tanto in tanto ci siano dei compiti in classe o degli esami di fine livello, se non li passi, ricominci. Avete mai fatto un corso online di quelli seri? Dopo un certo numeri di slide hai un test su quanto appena appreso, se non lo superi non vengono sbloccate le lezioni successive. La vita funziona allo stesso modo, non puoi sbloccare determinati contenuti se prima non hai imparato da quelli precedenti. Imparare a imparare![]() La maggior parte di noi subisce le esperienze di vita, non si domanda mai "cosa c'è li per me?" è sempre colpa di uno, dell'altro, della società, della congiuntura e certamente sappiamo che ci sono "affari" in cui siamo impotenti, ma quando ci toccano siamo capaci di apprendere la lezione nascosta in essi? Stiamo con un partner anaffettivo o abusante, certo non possiamo cambiarlo ma impariamo la lezione che "meritiamo di essere amati?", ce ne andiamo? Facciamo un lavoro in cui siamo sottopagati, non possiamo rendere il nostro datore di lavoro generoso (e lungimirante) ma impariamo la lezione "il nostro lavoro vale e meritiamo di essere pagati"? chiediamo? insistiamo? cambiamo? il problema è che il capo è avaro o che noi per primi non crediamo nelle nostre competenze e nella nostra bravura? Possiamo imparare a credere in noi stessi, forse la lezione è questa...forse. Il fascino della ripetizioneIl 70% dei miei studenti arriva a un punto in cui è tentato di tornare indietro e alcuni lo fanno. Me ne accorgo perchè in sessione giocano a melina: ritirano fuori i vecchi argomenti, ricascano nelle solite frequentazioni, incominciano a dare buca alle sessioni, mi dicono che devono risparmiare. La ripetizione esercita i suo fascino come una sirena, il nuovo è strano, insolito, sembra così poco, il vecchio è tanta roba. Quanto è rassicurante dirsi: "ormai" sono abituato, sono: "quella che trova sempre l'uomo sbagliato", "quello che nessuno ha fiducia in me" , "quello che, queste teorie non fanno per me io sono uno fisico" e a un passo dall'uscire dal livello decidono di ricominciare. Se non sono più le vittime non sanno che cosa essere. ![]() Il mio lavoro è esattamente inserirmi in questo processo e fornire gli strumenti per cambiare, finalmente, per passare allo step successivo. Non imparo la lezione al posto loro, fornisco degli strumenti e un metodo di studio per impararla. Certo puoi risparmiare i soldi delle mie lezioni e farti un viaggio, soddisfare il tuo ego con una borsetta nuova, andare dall'estetista o gonfiarti in palestra ma la situazione non cambierà. E' come, per tornare alla metafora del videocorso, alzarsi dalla scrivania senza aver superato il test e pensare che al nostro ritorno sarà comunque stato sbloccato il livello successivo. Si ripete! Investire in formazione, quella vera, non i corsi dei motivatori da stadio, vuol dire mettersi in gioco attivamente, assumersi la responsabilità di aver "giocato il gioco" e scegliere di cambiare.
E tu sei pronto a investire nel tuo cambiamento? Sei davvero sicuro di voler imparare? Giancarlo Rabericati ![]() L'ho sentito anche ieri mentre ero in asilo:"oh si signora, si vede che è un bambino sano è così socievole"..come se la socievolezza fosse un sintomo di sanità mentale ed equilibrio. Va da sè che non aver voglia di intessere relazioni umane e sociali sia da "malati". Ma siamo sicuri che sia così vero? Non siamo tutti uguali: alcuni si ricaricano stando con gli altri, altri si ricaricano stando con se stessi e non definirei squilibrati ne gli uni ne gli altri. Questo comportamento vale per adulti, bambini, anziani. Se si nasca introversi o estroversi oppure se lo si diventi per condizionamento non ha saputo dirmelo nessuno, per ora, ma quello che so è che nessuno dei due sistemi mi pare migliore dell'altro. La nostra società però premia l'estroversione: si DEVE essere sempre socievoli, si DEVE aver voglia di parlare, si DEVE aver voglia di festeggiare, dire di no a un evento significa che qualcosa non va. Bellissimo! In compagnia si ascoltano gli altri ma si ascolta se stessi? Si riflette sulle proprie difficoltà? Si ha il tempo di confrontarsi con il proprio autentico sentire? Il più delle volte no e tutto quello che scopriamo di noi arriva dal riflesso proiettivo del nostro interlocutore. Questo "scollamento" da noi stessi genera molta sofferenza. Le persone sono socialmente indotte a essere socievoli, comunicative, in ascolto, sorridenti , positive e felici...e i pensieri tristi?L'osservazione di sè? I "problemi"? Sotto il tappeto, subito! E poi sappiamo come va a finire: il corpo somatizza, l'ansia e il panico, l'ansiolitico etc etc finchè finiamo a tracollare oppure a esplodere e mandare tutti a quel paese. Prenditi i tuoi spazi![]() Impara a prenderti i tuoi spazi, impara a stare da solo, ad ascoltare il dolore o il fastidio anche se non ti piacciono. Impara a stare da solo e a fregartene di chi ti dice che hai dei problemi, che sei musone, che sei sociopatico o misantropo (peraltro potresti essere in ottima compagnia). Stare da soli e sapersi amare come persone solitarie è una grande guarigione. 15 Anni fa comprai un enorme tavolino da salotto pensando a tutti gli amici che avrei avuto ospiti: immaginavo pomeriggi a berci thè e raccontarcela, serate pizza e film, cene con cinese da asporto ad ascoltare musica e vedere i festival ma la media dei miei amati ospiti è di 3 o 4 all'anno. Ho realizzato che Era solo un'immagine di me, quello che pensavo dovessi essere e diventare per essere "giusto". Ora so che sono giusto così, con i miei pomeriggi "gatto, libro e the" con le mie serate musica e relax, con la mia pizza 36 farciture e videocorso di formazione. Oggi ho mandato quel tavolo in discarica e con esso l'idea di come avrei dovuto essere a cui avevo scelto di credere. Oggi mi sono amato completamente come solitario, smettendo di sentirmi in colpa, inadeguato e giudicato perchè non rispondo al telefono se non ho voglia, perchè non vado agli apericena e manco alle feste e pure in vacanza parto da solo. E va bene così. Facciamocene una ragione, ci sono persone che non sono socievoli e sono molto più sane di chi deve per forza stare in compagnia per non sentirsi sbagliato o per non fare i conti con quello che sente. IMPARATE A STARE DA SOLI GODETE DI VOI STESSI :-) Giancarlo Rabericati ![]() Le notizie false esistono da quando esiste l'uomo e sichiamano bugie. quando il lettore decide di non verificare quanto riportato da altri abbiamo un buon seme per un romanzo, una storia. Questo processo ha un nome, si chiama "sospensione dell'incredulità" ed è quel tacito accordo tra scrittore e lettore in cui quest'ultimo si impegna a non ascoltare il proprio senso critico ne a verificare l'informazione con un principio di realtà. Questo processo, alla base della diffusione dei romanzi richiede l'abilità di sospendere il senso critico e si sviluppa quanto più viene usata. Ovviamente è molto più facile agire questo processo quando le idee espresse toccano le corde emotive di chi legge o sono allineate con le sue credenze. Le notizie false sono l'equivalente moderno del pettegolezzo di piazza: "si dice in giro che...", "ho sentito dire da caio che tizio ha detto che"," ho letto da qualche parte che.." ed esattamente come il pettegolezzo vengono usate per danneggiare chi consideriamo un nemico (anche solo perchè crede in un'ideologia differente), per darci tono, per rassicurare il nostro EGO che "siamo nel giusto. Perchè diffondere fake news alimenta il pensiero fallimentare?![]()
In sintesi quando accettate di condividere una fake news vi state mettendo in una forma mentis ideale per vivere una vita di fallimenti e rinunce al cambiamento, pensateci! Verifica sempre:![]()
Valutate sempre: E' vero? Ne sono sicuro? Giova a qualcuno? Danneggia qualcuno? E' utile?![]() La maggior parte delle persone guarda con sospetto il termine "cambiamento". Quando lavoriamo insieme in sessione sul termine di un periodo di vita (ne incontriamo uno ogni 9 anni secondo la numerologia) i più mi raccontano: "Mi sembra di morire, che la mia vita stia finendo, tutto quello che ho costruito/conosciuto/vissuto fino ad ora sembra disfarsi, finire" "Ed è esattamente così, sta finendo, pensavi sarebbe stato per sempre?" rispondo io. Ebbene si, dimenticatevi le "transizioni delicate", le "scelte focalizzate", i "tu sei l'autista della tua vita", i vari " immagina, puoi" (ma puoi cosa? che ti pare che se potevo stavo ancora qui su Facebook? (cit.)" che vi snocciolano i vari coach motivatori cazzari: a volte la vita vi invita al cambiamento senza troppi fronzoli, con una bella spallata o rendendovi talmente insofferenti da decidere di "darci un taglio". Cambiare significa in primis accettare la fine delle cose come sono. La fine di una relazione, di un rapporto di lavoro, di una stabilità economica, la fine di sè e del proprio "equilibrio emotivo" ed è questo che fa così paura. Dietro al cambiamento vediamo l'ombra della fine di ciò che è, un eufemismo gentile per dire della morte. Se vogliamo diventare delle persone diverse dobbiamo lasciare che l'immagine di noi muoia, insieme all'opinione che gli altri hanno di noi (e il valore che gli riconosciamo), dobbiamo lasciare che la nostra vita per come la conosciamo finisca. La fine fa paura a tutti, pensiamo che tutto e tutti saranno per sempre ma nulla lo è, noi non lo siamo. I saggi buddisti sostengono che la nostra morte fisica incomincia il giorno della nostra nascita. Mentre nasciamo il nostro corpo è già in corsa verso la propria fine attraverso il suo iniziale sviluppo e poi attraverso la sua maturità ed il suo decadimento. Macabro vero? Oppure liberatorio come può esserlo solamente l'accettazione di ciò che è. Non viviamo e poi un giorno moriamo, viviamo e moriamo contemporaneamente e anche quando il nostro corpo fisico finisce altre parti di noi non hanno fine; se afferriamo questo concetto diventiamo liberi dalla paura e potenti, per davvero. Un giorno su e un giorno..giù![]() Questa è la vera chiave del cambiamento, quando non siamo più attaccati alle cose, quando al dispiacere per la fine si accosta la curiosità per il nuovo che deve arrivare ecco che il cambiamento diventa un'avventura. E le emozioni? beh quando siamo in una fase di cambiamento abbiamo bisogno di accettare che le nostre emozioni ci portino un giorno su e un giorno giù, è come andare sulle montagne russe. Può essere stupendo o terrificante o entrambe le cose contemporaneamente. Quando accettiamo che in ogni istante stiamo andando verso la fine e verso l'inizio contemporaneamente accettiamo che ogni cosa nella nostra vita possa andarsene per fare spazio ad altro: cose, persone, situazioni, raggiungimenti e noi stessi, anche noi. L'impermanenza è la chiave per accogliere con più serenità il cambiamento. Compresa l'impermanenza delle emozioni. Sappiamo che anche questa incertezza non sarà per sempre. Alcuni trucchi per godersi il viaggio..
Sei in una fase di transizione? La tua vita sta cambiando? Tu vuoi cambiare? Se hai bisogno di qualcuno con cui condividere questa fase io ci sono. Contattami.![]() Tutti quanti avrete di certo l'amico o l'amica, o peggio il cliente, che pretende di essere ascoltato. Lo riconoscete facilmente: arriva un suo messaggio e voi pensate "mamma questo ora non mi molla più". Eh si, perchè la caratteristica di queste persone è l'incapacità di accogliere il vostro no. Quando sono in ansia, preoccupati, non sanno stare con la loro emozione e hanno bisogno di una valvola di sfogo: Voi. Ovviamente, tolta la pressione, il vostro compito è concluso, quindi potete congedarvi, anzi, vi congedano loro perchè hanno "da fare" (vi verrebbe da rispondere: anche io avevo da fare prima che mi costringessi ad ascoltare i tuoi problemi!). Il gioco di chi vuole essere ascoltato nasconde un certo principio un pò infantile e un pò narcisistico: come i bambini , l'attenzione degli altri li fa sentire sicuri, protetti, compresi e, narcisiticamente, gli alti esistono solo per questo: " se non servi, non esisti". Le dinamiche con cui questo gioco viene messo in atto sono sottilissime ma sopratutto un'incapacità di gestirsi l'ansia, la frustrazione, la preoccupazione. Non sanno stare con le loro emozioni. "Ciao come stai?", vi scrive. "Io bene, grazie, tu?", rispondete voi, segue un minuto e 35 di messaggio e, (per essere sicuri che lo ascoltiate), domanda:"cosa ne pensi di quello che ti ho lasciato nell'audio? dovrei lasciarlo?". Ora la palla sta a voi. Avrete sicuramente provato a rispondere strategicamente: "Mah non so, non sono in grado di aiutarti, ma sono certo si risolverà, ora devo lavorare, scusami" ma la risposta è manipolatoria: "Certo, scusa il disturbo, ma tu cosa ne pensi? cioè"..seguono 3 audio di 2 minuti l'uno. Se non rispondete arriva il tragico: "Posso chiamarti?". Come potete chiaramente vedere al vostro interlocutore non interessa se siete impegnati, voi DOVETE rispondere, a questo servite, altrimenti perchè dovrebbe tenervi tra i contatti? I PROFESSIONISTI NON SONO ESENTI ![]() Non crediate che per chi lo fa di professione, come me o come chi addirittura lavora in contesti terapeutici come psicologi o psicoterapeuti, possa essere al sicuro. Quando rispondo: "Parliamone in sessione, o, se è un tema di un certo tipo forse è il caso che ne parli con lo psicologo", la risposta è: " Adesso non posso fare sedute ho tanti impegni"+ audio di 4 minuti. Vedete il gioco? Il tema è sempre quello: ORA. Io sono speciale, il mio dolore /ansia è più importante, è più grande e tu ORA me lo devi togliere ascoltandomi. La sessione è una realtà spazialmente e temporalmente contenuta, non soddisfa il bisogno di placare istantaneamente l'ansia scaricando. E' uno scambio, non è come attaccarsi a una tetta o mandare giù una pillola. Quindi questi profili cercano sempre il fuori sessione. Non è importante l'interlocutore o la sua competenza: è importante scaricare e mantenere il contatto, certo se fate una relazione d'aiuto per loro è meglio, sarete ottimi ascoltatori. Ho smesso di andare in pizzeria e fare aperitivi con certe compagnie perchè era un "ma secondo te con lui/lei/il lavoro/ mia zia.." per tutta la serata. Il TOP è stato un cliente che quando gli ho scritto: "Mi spiace non posso risponderti ci sentiamo domani sono a un funerale mi ha risposto: "Non ti preoccupare, per questa volta non mi offendo (!!!!), facciamo via messaggini allora, tanto il prete non se ne accorge". Se svolgete professioni d'aiuto imparate a rispondere: "Capisco che per te è importante ma per me è lavoro, voglio rilassarmi e riposarmi anche io come te, ora" Se insiste, ripetete! Non cedete di un millimetro, o vi prendono così, per quel che siete e non per quel che fate, o potete fare a meno della loro amicizia. COME NE USCIAMO? ![]() ACCETTATE DI ESSERE DELLE BRUTTE PERSONE: le frasi neutralizzanti funzionano solo se voi siete in grado di reggere il senso di colpa sottointeso per non aver aiutato una persona in difficoltà: Il gioco manipolatorio sta tutto lì, nel VOSTRO BISOGNO di essere bravi e buoni e amabili e giusti e generosi. Lasciate andare questo bisogno. ACCETTATE DI NON ESSERE IN GRADO. E' bello aiutare gli altri, fa sentire potenti, ma il potere o , il finto potere, ha un prezzo: la libertà. Più esercitate questo tipo di potere più create dipendenza. STATE IN QUELLO CHE DITE: "Ora non posso" deve essere tale, se rispondete perdete credibilità. IMPARATE A GODERE LA GIOIA DI STARE DA SOLI: Quanto più avete paura di stare soli tanto più accetterete qualsiasi compagnia, Avete paura di essere lasciati soli se non fate i bravi ? E' amore questo? gli altri vi stanno amando per come siete? siete davvero in compagnia con queste persone? IMPARATE AD AMARVI, PER DAVVERO. Se una relazione d'amicizia o d'amore si basa su questa dinamica gli altri vi stanno vedendo come dei "cestini della spazzatura", è vero? è questo che siete? è così che vi vedete? valete così poco da ricevere solo scarti degli altri? Se non rispondete penseranno che siete cattivi. è vero? è tutto quello che siete? RISOLVETE LE VOSTRE EMOZIONI. Quando state nella serenità, nella gioia, nella pace non siete manipolabili, Quando siete in ansia, depressi, spaventati diventa facile solidalizzare nella speranza di tirarsi su l'uno con l'altro, ma alla fine precipitate in due oppure date molto di più di quel che ricevete e vi ritrovate con la vostra ansia più quella altrui. SMETTETELA DI PROIETTARE: Gli altri sono come sono, fanno come fanno. Non sono voi, non fanno come voi, non funzionano come voi. Per questo non potete dare consigli e, sopratutto, risolvere le loro ansie non placherà le vostre, se non per 5 minuti. IMPARATE L'ARTE DEL SILENZIO E DELLA VERITA': Rispondete quando volete davvero rispondere, quando rispondere è autentico rispetto alle regole del rispetto di voi stessi. Imparate a non rispondere e stare nel silenzio quando sentite che è troppo per voi, che non è il momento, che vi state mancando di rispetto. Imparate a reggere il silenzio. O ne avete paura anche voi? RIPRENDETEVI IL DIRITTO DI STARE IN SILENZIO!! - Giancarlo Rabericati- |
AutoreGiancarlo Rabericati è formatore e HR manager. Dal 1998 si occupa di formazione per aziende e privati. Archivi
Agosto 2020
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